6/3/2024

Materie STEM: quanto pesa il gender gap?

Quando si parla di occupazione femminile e di gender gap, un acronimo che viene spesso menzionato è STEM, l’ambito scientifico. Ma perché questo terreno è considerato spesso scivoloso per le questioni di genere e qual è la situazione europea e italiana?

Una bambina con un casco da astronauta che sogna di studiare materie scientifiche.

Cosa sono le materie STEM?

L’acronimo STEM sta per Science, Technology, Engineering and Mathematics – scienze, tecnologia, ingegneria e matematica – e indica tutte le discipline di studio che possiamo categorizzare come scientifiche e tecniche. Si tratta di settori che spesso si intersecano tra loro e che hanno sempre suscitato e stanno suscitando grande interesse, soprattutto tra i più giovani.

Le principali materie di studio che rientrano in questo campo sono:

  • Chimica, biologia e scienza naturali
  • Neuroscienze e medicina
  • Fisica
  • Matematica applicata, statistica e analisi dei dati
  • Ingegneria meccanica, civile, elettrica, aerospaziale, chimica, informatica
  • Ricerca scientifica in diversi ambiti

Ma cos’ha a che vedere l’ambito STEM con la disparità di genere? Ci piacerebbe rispondere “nulla”, ma, purtroppo, la risposta è un’altra ed è facilmente intuibile.

Gender gap e STEM

In passato alcuni bias di genere hanno portato a considerare alcune tipologie di lavoro come “da uomini” e altre “da donne”; mentre tra i secondi troviamo, per esempio, lavori a contatto con i bambini o con il pubblico, tra i primi troviamo proprio quelle occupazioni che hanno a che vedere con la scienza, la tecnologia, la medicina e la matematica.

Per fortuna, oggi, questa distinzione è sempre meno accentuata e stiamo demolendo mattone dopo mattone il muro che divideva le professioni e i rami di studio. Eppure, anche nella società attuale, la presenza di donne in ambiti STEM è ancora troppo bassa, soprattutto in Italia.

Laurea STEM: quali sono i dati italiani?

Secondo l’ISTAT1 , nel 2022, il 23,8% dei giovani tra 24 e 35 anni aveva una laurea nelle aree disciplinari STEM: se guardiamo agli uomini, la percentuale sale al 34,5%, mentre se guardiamo alle donne scende al 16,6%.

La minore presenza delle donne nelle discipline STEM è quindi evidente già in ambito studentesco, ed è più ampio in materie scientifiche di quanto non lo sia in ambito socioeconomico, giuridico o umanistico.

Questo risultato si evince anche guardando al mondo del lavoro italiano: il tasso di occupazione femminile sia per l’area “scienze e matematica” che per l’area “informatica, ingegneria e architettura” è inferiore a quello maschile di 10 punti percentuali.

È quindi molto importante combattere differenze e stereotipi di genere sia in ambito formativo che in ambito lavorativo.

L’impiego delle donne in lavori STEM: Italia vs. Europa

Secondo l’Eurostat2, nel 2022 le persone a livello europeo impiegate in ambito STEM erano 76 milioni; di questi, il 52% erano donne (un dato in continuità con il 2021).

Gli stati con una concentrazione maggiore di donne in STEM sono stati la Lituania e la Corsica (Francia) con una percentuale di donne superiore al 58%. Agli ultimi posti, invece, Italia e Malta con una concentrazione di donne in STEM inferiore al 49%.

Tra le discipline, quelle che rappresentano una fetta maggiore sono scienza e ingegneria, che insieme fanno quasi un quarto dei posti di lavoro STEM. Nonostante le donne siano, in linea di massima, la metà della forza lavoro STEM, se ci focalizziamo proprio su questi due ambiti la percentuale europea scende a 41%. Una percentuale non solo più bassa, ma che non ha subito variazioni rilevanti nel tempo: infatti, è cresciuta appena del 2% in 10 anni.

Come poter contribuire al cambiamento?

Sia l’UE cheil Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) italiano portano avanti diverse iniziative e bandi per agevolare l’accesso delle donne all’ambito di studio e di lavoro STEM, per fortuna molto fanno anche le aziende, che in Italia portano avanti iniziative specifiche dedicate alle donne con un percorso di studi o una carriera nelle materie STEM.

Per contribuire al cambiamento anche le aziende devono continuare a fare la loro parte, aderendo o dando vita a iniziative che contrastino il gender gap e che diano la possibilità alle donne di essere nelle condizioni lavorative migliori per esprimere il loro potenziale e sviluppare la loro carriera, che sia questa in una delle discipline STEM o meno.

P&G, per esempio, si impiega da sempre per garantire la parità di genere con diverse iniziative, in primis impegnandosi a far prosperare una cultura nella quale ogni persona venga trattata equamente: arrivare a una rappresentanza del 50/50 tra uomini e donne in tutte le aree dell’azienda è una priorità.

Tra le varie iniziative a cui P&G aderisce vi sono:

  • Future Female Leaders: un evento indirizzato alle ragazze all’ultimo anno di università o appena laureate che vorrebbero intraprendere una carriera nelle vendite, nella logistica o nell’IT. A 20 di loro l’azienda dà la possibilità di incontrare alcuni dei suoi top manager.
  • ValoreD: dal 2018 P&G fa parte del network di Valore D, associazione di imprese che promuove la diversità e la parità di genere, con un’attenzione particolare al talento e alla leadership femminile.
  • P&G è partner fondatore di LeanIn.Org, organizzando gruppi Lead In Circles in tutto il mondo. Ad oggi oltre 4.000 donne hanno partecipato in modalità peer to peer per affrontare le proprie sfide di carriera.
  • Collabora con Catalyst per offrire ai propri dipendenti MARC™ (Men Advocating Real Change), un programma che coinvolge i cuori e le menti degli uomini come partner a pieno titolo per raggiungere l'uguaglianza di genere.