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6/8/2025

I miei primi 27 anni in P&G

Giuliana Farbo, Vice President Information Technology racconta la sua storia in azienda

Stabilimento di Pomezia di P&G: i dipendenti con la scritta “Breaking records together”

In vista del suo prossimo incarico come Vice President, Global Business Services Information Technology presso Procter & Gamble come responsabile di tutti le soluzioni digitali e servizi informativi per gli stabilimenti produttivi di tutto il mondo, abbiamo avuto l'opportunità di intervistare Giuliana Farbo, che da oltre 27 anni contribuisce alla crescita e all'innovazione di P&G. La sua carriera, ricca di sfide significative e grandi successi, rappresenta un esempio di grande ispirazione, di leadership e resilienza. In questa intervista, Giuliana ha condiviso con noi la sua esperienza, i momenti chiave del suo percorso e le sue visioni per il futuro, sottolineando l'importanza della diversità e dell'inclusione nel mondo del lavoro.

1. Com’è iniziata la tua carriera in Procter & Gamble?

Mi sono laureata in matematica nel lontano 1997. Il mio sogno era diventare insegnante, ma, un po' per caso e un po' per le difficoltà lavorative in Sicilia, mi sono ritrovata nella hall degli uffici dell'Eur per partecipare a delle selezioni. Devo ammettere che all'epoca non conoscevo Procter & Gamble e non pensavo fosse il mio ambiente ideale. Tuttavia, in pochi giorni ho superato il test e le interviste, e quando mi hanno offerto una posizione, ho accettato con entusiasmo. Credo che a rendermi un candidato ideale siano stati i miei studi, ma soprattutto la mia attitudine, la disciplina, la passione e la voglia di eccellere, valori che rispecchiano quelli della nostra compagnia. Il resto è storia.

2. Quali sono stati i momenti chiave che ti hanno portata alla posizione di Vice President Information Technology che ricopri oggi?

Ci sono stati momenti significativi, come la mia decisione di gestire un impianto di produzione, un'esperienza che ha segnato la mia prima volta sia nel settore IT sia come donna in un ruolo di responsabilità. Ma ci sono stati anche tanti momenti più piccoli, ma altrettanto importanti, che hanno contribuito alla mia crescita personale e professionale. Continuare a investire nella mia formazione e nel coaching ha affinato le mie competenze e mi ha permesso di creare un network di persone incredibili, con le quali mi confronto anche nei momenti difficili. La mia curiosità e la mia predisposizione ad affrontare ogni sfida con passione mi hanno aiutato a confidare non solo in me stessa, ma anche nei miei superiori e nei miei colleghi, all'interno di una cultura aziendale che promuove la responsabilità condivisa e il lavoro di squadra.

Giuliana Farbo con alcuni dipendenti di P&G in un impianto di produzione

3. Sei stata la prima donna responsabile di un impianto, quali sono stati i principali cambiamenti o innovazioni che hai implementato?

Ricoprire il ruolo di gestore di uno stabilimento produttivo è stata un'esperienza emozionante e ricca di responsabilità. Arrivando a Pomezia, ho trovato un team altamente qualificato, composto da manager, operatori e ingegneri, riconosciuti a livello globale per la loro competenza. Grazie a loro, ho imparato come gestire un’azienda che mette al centro le persone e i risultati e insieme abbiamo costruito un nuovo futuro per Pomezia nel panorama mondiale. Abbiamo definito una nuova missione che ha portato il digitale nelle nostre operazioni quotidiane, dalla semplice digitalizzazione alla creazione di algoritmi complessi che ci permettono di prevedere e prevenire i problemi. Questa nuova missione ci ha permesso di affrontare anche le sfide più difficili, mantenendo uniti il team. Oggi, Pomezia non è solo un'eccellenza nella supply chain, ma anche un leader globale nella digitalizzazione e automazione.

4. Cosa ti ha spinta a continuare la tua carriera in P&G per oltre 27 anni?

Le persone! Ho ricoperto diversi ruoli e incontrato tantissimi colleghi, ma ciò che ci unisce è una cultura aziendale comune e un ambiente meritocratico. La competizione sana ci stimola a migliorarci e a superare sfide condivise.

P&G Pomezia: 60 anni di Procter & Gamble

5. Hai notato cambiamenti significativi nell'approccio di P&G verso la diversità e l'inclusione durante la tua carriera? In che modo questo ha influenzato il tuo lavoro?

L'inclusione e l'apprezzamento della diversità sono sempre stati pilastri della nostra cultura aziendale. Negli ultimi 30 anni, però, siamo diventati sempre più consapevoli dei nostri privilegi e dei bias. Queste sono realtà che non sempre sono evidenti e che emergono solo attraverso la formazione, l'esperienza diretta e il feedback profondo. Per questo ho sempre dedicato parte del mio lavoro ai giovani leader. Non si nasce imparati; è fondamentale mettersi in discussione ogni giorno e dimostrare che la vulnerabilità non è debolezza, ma una forza per crescere come leader.

6. Quali sono le tue aspettative per il prossimo incarico a Varsavia e cosa ti aspetti da questa esperienza?

Quando mi è stata offerta questa opportunità, mi sono sentita molto orgogliosa e grata verso tutte le persone che hanno contribuito alla mia crescita e mi hanno dato fiducia. Andare in un nuovo paese e conoscere nuove realtà è sicuramente un’ulteriore motivazione. Tuttavia, lascio parte del mio cuore qui; mia figlia, ormai ventenne e universitaria, ha deciso di restare in Italia per completare i suoi studi. È un cambiamento significativo per me come madre e come famiglia. Mi aspetto molte emozioni!

7. Come descriveresti la cultura lavorativa di Procter & Gamble e cosa la rende unica rispetto ad altre aziende?

Capire a fondo la nostra cultura non è facile se non la si vive. Mio marito scherza dicendo che sono “procterizzata”, ma la verità è che quando parlo del mio lavoro, sento ancora passione, motivazione ed energia. Quando sento amici o parenti parlare del loro lavoro con apatia, desiderando solo arrivare alla pensione, mi sento un po’ un’aliena. Ho trovato più di un semplice gruppo di lavoro; ho incontrato professionisti e amici con cui condivido passioni, voglia di fare e crescere insieme. Certo, il lavoro non è sempre facile, ma so di poter contare sempre sul mio team e sulla mia rete di supporto.

Giuliana Farbo con alcuni colleghi del team

8. Se potessi tornare indietro nel tempo e dare un consiglio a te stessa all’inizio della tua carriera, quale sarebbe?

Non mi piacciono i ripensamenti. Credo di essere ciò che sono grazie a tutte le scelte fatte, giuste o sbagliate. Forse direi di “prendere le cose con calma”. Sono sempre stata molto esigente con me stessa e ho imparato ad apprezzare le mie debolezze nel tempo. Può sembrare un controsenso, ma i supereroi non sono sempre ispiratori; essere più umani ci rende più accessibili e ci permette di affrontare la vita con maggiore serenità.

9. Come vedi l’importanza della diversità di genere nei ruoli STEM e quali passi sta facendo P&G per promuovere la partecipazione femminile in questi ambiti?

Procter & Gamble è un'isola felice, ma la realtà esterna è ben diversa. Ricordo quando ho scoperto di essere incinta e non sapevo se e quando dirlo. Aspettavo una promozione e mia madre mi avvertiva di fare attenzione. Invece, non solo ho ricevuto congratulazioni, ma sono stata promossa ancor prima di andare in maternità. Gli amici all'esterno non potevano crederci. Per questo motivo, mi impegno attivamente con le nuove generazioni. Partecipiamo a iniziative come Valore D, team di discussione interna e mentoring universitario. Ho una figlia, e la mia speranza è che lei possa vivere la sua carriera al meglio, sia come donna che come professionista.

10. Come può un giovane professionista contribuire all'innovazione in un'azienda come P&G? Puoi condividere qualche esempio concreto di iniziative in cui i nuovi assunti hanno avuto un ruolo chiave?

In P&G, fin dal primo giorno si ricevono responsabilità chiare. Ho avuto il privilegio di guidare giovani menti brillanti nei loro primi passi in azienda. Alcuni esempi includono la gestione di progetti per digitalizzare i dati necessari alla qualità dei nostri prodotti, il miglioramento dei processi lavorativi attraverso la re-ingegnerizzazione delle attività e l'installazione di sensori per raccogliere e analizzare dati. Altri progetti hanno incluso la revisione del processo di qualificazione del personale per eliminare la documentazione cartacea e la rivoluzione del sistema di osmosi per la gestione delle acque. Questi giovani imparano rapidamente a coinvolgere il team, gestire tempi e priorità e lavorare su più progetti, affrontando rischi e divertendosi nel farlo, ognuno a modo suo.