22/5/2023

Una supply chain più sostenibile attraverso i 4 anelli

Con supply chain, o catena di approvvigionamento, si fa riferimento a tutti quei processi svolti da un’azienda al fine di portare sul mercato un prodotto o servizio. Si parla quindi della filiera produttiva nella sua interezza, dall’ottenimento delle materie prime utili, alla lavorazione delle stesse, fino alla vendita.

Si sta sempre più prestando attenzione alla supply chain negli ultimi anni, anche in un’ottica di sostenibilità ambientale. Infatti, le scelte compiute in questi diversi passaggi di realizzazione del prodotto sono in grado di alterare l’impatto ambientale del business.

I 4 anelli della supply chain

La catena di approvvigionamento si costituisce di quattro fasi fondamentali, definite anelli.

  • Approvvigionamento
  • Produzione
  • Distribuzione
  • Vendita

Si tratta di quattro macroprocessi che, naturalmente, prevedono poi una serie di processi minori altrettanto rilevanti.

In ciascuno di questi passaggi è possibile intervenire per rendere la catena di approvvigionamento più green, riducendo sprechi e inefficienze, ma anche scegliendo materiali, fonti energetiche e mezzi di trasporto con attenzione.

Approvvigionamento

L’approvvigionamento è la fase iniziale, in cui si selezionano le materie prime e si fa sì che esse raggiungano il magazzino. È essenziale che l’ordine di materie prime sia fatto in modo oculato evitando quanto più possibile gli eccessi, in modo che non vi sia né uno spreco di denaro da parte dell’azienda, né uno spreco di materie prime.

Non si tratta, però, solo di quantità: è rilevante anche la scelta di fornitori attenti all’ambiente e la preponderanza di materie prime a basso impatto ambientale. Questo significa, quindi, cercare di favorire i fornitori certificati, che hanno tra i propri obiettivi il Net Zero o che, in ogni caso, dimostrano di rispettare dei principi utili a ridurre le emissioni, i consumi energetici e i rifiuti.

Produzione

È la fase in cui le materie prime vengono trasformate nel prodotto di destinazione attraverso una lavorazione che può avere diverse caratteristiche e durata.

In questa fase si rivela particolarmente importante per la sostenibilità della supply chain, la scelta delle fonti energetiche impiegate. Gli stabilimenti di produzione, infatti, richiedono un grande uso di energia e riuscire a individuare una fonte di energia rinnovabile o, comunque, più green ha un forte impatto sulle emissioni.

Anche l’organizzazione e l’ottimizzazione del lavoro e della catena di produzione sono rilevanti sia per il business sia per l’impatto ambientale dello stesso; sotto questo punto di vista, spesso le nuove tecnologie facilitano le aziende. Le tecnologie di nuova generazione, infatti, adottano soluzioni di efficienza energetica, come il Cloud, i green software, i sistemi di monitoraggio evoluto, la virtualizzazione dei server.

Blockchain, intelligenza artificiale, big data, IoT: sono tutte innovazioni che consentono di efficientare la catena, automatizzando alcuni processi e monitorando da vicino grandissime quantità di dati, riducendo così il rischio di errori e velocizzando le tempistiche, consentendo allo stesso tempo al personale dell’azienda di concentrarsi su attività più core.

Distribuzione

Si tratta di tutte le operazioni di magazzino e logistica che fanno sì che il prodotto finito arrivi alle aziende distributrici.

Una fase che coinvolge una rete di trasporti che può essere aerea, ferroviaria o stradale (camion, tir, furgoni); si tratta di un anello della supply chain molto difficile da ripensare in un'ottica green in quanto i mezzi di trasporto su vasta scala per i prodotti non presentano ancora moltissime soluzioni efficienti e al tempo stesso a basso impatto ambientale.

Vendita

Le aziende distributrici sono canali di vendita del prodotto, che lo rendono accessibile ai consumatori.

La fase successiva, quella di utilizzo del prodotto, non rientra di per sé nella supply chain, ma è comunque essenziale per valutarne la sostenibilità. Esso deve essere, infatti, pensato secondo le logiche dell’economia circolare e il suo utilizzo dovrebbe prevedere il minor impiego di risorse e il minor spreco possibile. Questo passa anche attraverso la scelta di un packaging sostenibile, riciclabile o riutilizzabile, che riduca gli scarti.

La supply chain in P&G

La transizione energetica e la sostenibilità della propria catena di approvvigionamento sono uno degli obiettivi di P&G.

Già nel 2019 in Europa, Stati Uniti e Canada tutta l’energia elettrica acquistata per la produzione proveniva da fonti rinnovabili, per un 70% del fabbisogno totale di energia del gruppo: l’obiettivo finale è quello di raggiungere il 100% di approvvigionamento da risorse sostenibili.

Anche dal punto di vista delle emissioni di CO2, l’impiego dell’azienda è forte: essa è riuscita a ridurre le emissioni di Scope 1 e 2 del 57% rispetto al 2010 – Le Scope 1 sono emissioni GHG dirette di P&G, le Scope 2 sono quelle correlate all’acquisto di energia da fornitori esterni per le sedi P&G.

L’obiettivo finale è quello di ridurre del 50% le emissioni di gas serra entro il 2030, e a raggiungere il net-zero – cioè zero emissioni di gas serra, bilanciando 30 milioni di tonnellate di carbonio – entro il prossimo decennio.