25/1/2024

Il work-life balance come strumento per le aziende e necessità per i dipendenti

Una mamma dedica del tempo al proprio bambino.

Work-life balance è un concetto nato negli anni ’70 in Gran Bretagna, che ha però preso piede nel vocabolario comune solo di recente. Complici sono diversi fattori contestuali:

  • Il lockdown dovuto al Covid-19, che ha imposto a moltissime aziende di tutto il mondo di adottare lo smart-working senza un’adeguata preparazione.
  • Lo sviluppo tecnologico che, con smartphone e pc portatili ha reso sempre più difficile tracciare un confine netto tra lavoro e vita personale proprio perché ci consentono. Questi strumenti sono un’arma a doppio taglio, che ci consente di lavorare ovunque e in qualunque momento.
  • Una cultura del lavoro sempre più attenta al benessere dei dipendenti e alla loro salute fisica e mentale.

Cos’è il work-life balance?

Letteralmente, work-life balance significa equilibrio tra vita e lavoro, ossia la capacità di far convivere la vita lavorativa e la sfera personale, dedicando il giusto tempo a ciascuna. Non si tratta di trovare e fornire alle persone una soluzione universale, ma a seconda dell’età, della carriera, della situazione familiare e dell’inclinazione personale ciascun lavoratore può avere un equilibrio ideale diverso.

Come supportare il work-life balance in azienda?

Se è importante che i dipendenti difendano il proprio equilibrio, è essenziale che le aziende garantiscano loro la possibilità di farlo e agevolino il raggiungimento di un work-life balance soddisfacente. Ma come possono farlo?

Ci sono diversi strumenti nelle mani dei datori di lavoro che hanno un impatto positivo sulla vita dei dipendenti e hanno perlopiù a che vedere con il mondo organizzativo e con il welfare.

  • Sistemi di welfare che consentono ai dipendenti di avere un sussidio aggiuntivo rispetto allo stipendio per acquistare beni o ricevere rimborsi su servizi necessari (come le rette scolastiche);
  • Agevolazioni con psicologi o altre figure professionali utili al benessere dell’individuo;
  • Politiche di congedo parentale estese e fruibili da tutte le persone;
  • Orario di lavoro flessibile;
  • Possibilità di smart-working (anche parziale) per organizzare al meglio il proprio tempo.

Inoltre, è importante che l’azienda resti sempre aperta alle necessità del singolo, con un approccio individuale e personalizzato, per rispondere al meglio delle possibilità alle esigenze di ciascun impiegato.

L’importanza di un equilibrio tra lavoro e vita

Per i dipendenti, gli effetti di un equilibrio funzionale e soddisfacente sono evidenti. Un buon work-life balance consente di scongiurare il rischio di difficoltà e patologie legate allo stress: dall’irritabilità, la stanchezza e i disturbi del sonno, fino al burn-out o alle patologie di origine psicologica. A questo si aggiunge, naturalmente, la possibilità di godere di più del proprio tempo, dedicandosi alla famiglia o coltivando hobby e passioni.

Ma quali sono i vantaggi per le aziende? Oltre ad avere un personale più sano e felice, si riduce il tasso di abbandono delle persone e si aumenta l’attrazione dei nuovi talenti. Per i lavoratori sta diventando sempre più importante che il posto di lavoro che scelgono garantisca buoni strumenti di equilibrio tra vita e lavoro,per questo tra più offerte di impiego, molti saranno portati a scegliere l’azienda che possa garantire il miglior rapporto vita personale – vita lavorativa. Riuscire a creare un ambiente di lavoro sereno per i dipendenti e condividere esternamente questo traguardo consente all’azienda di attrarre più persone e di avere una percentuale di abbandono più bassa.

Le politiche di P&G a sostegno del work-life balance

Procter & Gamble, presta particolare attenzione alle politiche a sopporto dell’equilibrio tra vita e lavoro. Dagli accordi individuali di smart working, che consentono ai dipendenti di gestire al meglio la loro presenza in ufficio e il loro tempo, alle politiche e iniziative rivolte alle famiglie come il congedo parentale garantito alle mamme, ai papà fino a 8 settimane e alle coppie omogenitoriali. Vi sono progetti come "moms@work", che mira al reinserimento professionale dopo il periodo di maternità, diversi workshop dedicati ai dipendenti con figli piccoli o adolescenti o con genitori anziani e diverse iniziative interne volte alla semplificazione e all’ottimizzazione dei tempi di lavoro per evitare di lavorare oltre orario e sottrarre tempo prezioso alla vita personale e familiare.