19/10/2022
Comunità LGBTQ+ in Italia:
l’inclusione nelle aziende
Secondo i dati forniti da Out Leadership, società che si occupa di tematiche di inclusione della comunità LGBTQ+ nel business, il numero approssimativo di persone LGBTQ+ dichiarate nel mondo è 266 milioni, cioè il 3,5% della popolazione. Si tratta, quindi, di un ampio bacino di consumatori, ma anche di lavoratori.
Secondo Out Leadership l’efficienza sul lavoro aumenta quando un dipendente si sente libero di esprimere la propria identità; infatti, la produttività diminuisce del 10% quando un lavoratore tende a nascondersi per paura di non essere accettato nella sua unicità. Al contrario, secondo uno studio di McKinsey, se un paese fosse interamente inclusivo, l’aumento potenziale del PIL sarebbe del 3%. Lo prova il fatto che le aziende inclusive riportano un aumento del rendimento del 35% rispetto ad aziende prive di politiche di inclusione formalizzate.
La tutela del dipendente da qualsiasi tipo di discriminazione sul posto di lavoro i è un presupposto fondamentale per un’azienda, al fine di poter consentire la piena espressione dell’individuo e generare un ambiente stimolante di confronto e di crescita personale.
Le persone LGBTQ+ nelle aziende italiane
Ogni anno l’associazione Parks svolge il sondaggio “Lgbt diversity Index”, nel 2022 dal campione intervistato di 73 aziende, di cui il 68% italiane, è emerso che l’86% di queste possiede una politica aziendale di non discriminazione formalizzata, di queste il 94% menzionano l’orientamento sessuale e l’89% l’identità di genere. Inoltre, 7 aziende su 10 si sono adeguate alla legge Cirinnà, che prevede il riconoscimento delle unioni civili e l’estensione dei diritti a tutte le coppie.
La formazione e la sensibilizzazione verso l’interno così come verso l’esterno è un tassello fondamentale:
- il 77% delle aziende intervistate ha dichiarato di affrontare apertamente tematiche legate alla comunità LGBTQ+ sui social network
- il 56% supporta e promuove eventi legati alla comunità LGBTQ+
- il 51% sostiene la comunità LGBTQ+ attraverso donazioni
- il 29% delle aziende organizza attività di volontariato insieme ai propri dipendenti
- l’11% non compie alcun tipo di azione.
Dar voce all’unicità attraverso l’inclusione: l’esempio di P&G
P&G crede fortemente nel valore dell’unicità di ciascuna persona e nella sua cultura dell’inclusione, sotto ogni aspetto. La valorizzazione della diversità all’interno dell’azienda è considerata un valore aggiunto, perché consente di comprendere meglio le esigenze dei consumatori, ciascuno con le proprie caratteristiche e i propri fabbisogni, e soddisfarli nel modo migliore possibile. Ma se la diversità è un valore, da sola non basta, è l’inclusione a fare davvero la differenza. Per questo P&G si impegna a celebrare la diversità, considerandola come unicità attraverso l’inclusione, promuovendo una cultura che accolga e valorizzi le diverse identità e creando un ambiente di lavoro nel quale le persone possano essere a proprio agio nell’esprimersi per quel che sono.
L’impegno di P&G verso l’inclusione della comunità LGBTQ+ è iniziato 30 anni fa, quando il 15 settembre 1992 fu tra le prime 500 compagnie a includere l’orientamento sessuale nel proprio "Diversity Statement”.
La “dichiarazione sulla diversità”, in seguito, ha incluso anche l’espressione e l’identità di genere. Nel corso degli anni Procter & Gamble è stata guidata dai suoi dipendenti, che con coraggio hanno condiviso le loro storie contribuendo ad alimentare un ambiente che negli anni diventava sempre più accogliente e inclusivo.
In quest’ottica, sono diverse le azioni portate avanti da P&G nei confronti delle persone LGBTQ+, che estendono il supporto dell’azienda sia dentro che fuori dalla stessa.
Out of shadows
Out of shadows è un documentario sull’evoluzione di P&G nell’inclusione della comunità LGBTQ+: racconta la storia di lavoratrici e lavoratori che hanno dato, insieme all’azienda, l’impulso necessario per un cambiamento. Oltre ad essere stata una delle prime aziende ad aggiungere l’orientamento sessuale nel suo statement sulla diversità, nel 1998 fu tra le prime ad includere i partner dello stesso sesso nella politica di trasferimento di P&G. Successivamente, nel 1999, incluse nella polizza sanitaria aziendale i partner dello stesso sesso dei propri dipendenti.
HairHasNoGender
Nel novembre 2019, in occasione del TDoR (Transgender Day of Remembrance), P&G e Pantene hanno lanciato a livello europeo la prima campagna di comunicazione #HairHasNoGender, con l’obiettivo di raccontare il potere che hanno i capelli nel trasformare la nostra sfera emotiva e sociale e nel mostrare al mondo la nostra vera identità, diffondendo una cultura di inclusione e di uguaglianza.
A livello locale, Pantene e P&G hanno fornito supporto finanziario alla comunità Transgender attraverso l'Associazione Libellula, organizzazione che opera sul territorio nazionale con la finalità di aiutare e difendere le persone LGBTQ+, assistendole sia nella valutazione dei presupposti per la transizione che in tutte le problematiche relative all’inserimento sociale e lavorativo.
Nella terza edizione della Campagna, realizzata nel giugno 2022, Pantene e P&G hanno sostenuto l'Associazione Libellula con una donazione per realizzare 9 corsi di avviamento professionali nell'ambito del settore della bellezza.
P&G a fianco del Roma Pride
“Le etichette sono per i prodotti, non per le persone”. Nel 2018 per la prima volta P&G ha preso parte con orgoglio al Pride di Roma e, visto l’entusiasmo e l’affluenza di dipendenti, l’azienda ha scelto di partecipare all’evento anche l’anno successivo, aumentando il suo impegno e sfilando su un carro per l’intero percorso, portando un forte messaggio di inclusione verso la comunità LGBTQ+: We see equal.
A causa della pandemia di covid-19, il Pride di Roma è stato sospeso, generando impazienza nel tornare insieme a celebrare i diritti delle persone LGBTQ+. Finalmente, l’11 giugno 2022, in qualità di Main Sponsor del Roma Pride, Procter & Gamble è tornata a sfilare sul suo carro, raddoppiando gli sforzi e l’impegno di tutti i dipendenti degli uffici di Roma e dei poli prodottivi e della forza vendita, sfilando nel cuore di Roma fino all’ombra del Colosseo.
GABLE e Parks
Nel 1993 in Procter & Gamble viene formato il primo gruppo informale di dipendenti LGBTQ+, che nel 1994 si chiamerà GABLE (Gay, Ally, Bisexual, Lesbian Employees) e diventerà il primo gruppo ufficiale LGBTQ+ della Compagnia. Nel 1996, GABLE verrà ufficialmente riconosciuto come un gruppo di affinità dei dipendenti, tenendo la sua prima conferenza ufficiale presso l’head quarter di Cincinnati.
Dal 2017 P&G collabora anche con Parks – Liberi e uguali, un’associazione senza fini di lucro che aiuta le aziende a sviluppare una cultura di inclusione. Grazie al supporto di Parks, i dipendenti P&G hanno avuto modo di partecipare a diversi corsi di sensibilizzazione per contribuire ad alimentare l’ambiente inclusivo che caratterizza ormai da decenni la Procter & Gamble.