28/7/2022
Earth Overshoot Day e consumo delle risorse: invertire il trend
L’Earth Overshoot Day indica il giorno in cui l’umanità esaurisce le risorse che la terra è in grado di rigenerare nel corso di un anno. Mentre qualche decennio fa l’Overshoot Day coincideva con gli ultimi giorni di dicembre, oggi è addirittura arrivato ad essere il 28 luglio. L’anno in cui l’umanità ha consumato le risorse più in fretta è stato il 2018, in cui la data cadeva il 25 luglio (solo qualche giorno prima rispetto a quest’anno).
Anche ogni paese possiede un proprio Earth Overshoot Day: quello dell’Italia, nel 2022, è stato il 15 maggio. La nazione che quest’anno avrà l’Earth Overshoot Day più tardi, secondo le previsioni, sarà Benin con il 26 dicembre. Quello che invece le ha terminate per primo è stato il Qatar, il 10 febbraio.
Come e perché nasce l’Earth Overshoot Day?
L’Earth Overshoot Day viene calcolato dal Global Footprint Network, un’organizzazione internazionale di ricerca, che si propone di fornire un insieme di strumenti, utili soprattutto a istituzioni e aziende, per aiutarle a operare entro i limiti ecologici della Terra. Infatti, l’avvicinamento progressivo della data è dettato soprattutto dall’impiego smodato di risorse naturali e dall’accumulo eccessivo di scarti, primo fra tutti l’anidride carbonica.
Il report raccoglie dati dal 1961 a oggi ed è stato condiviso per la prima volta nel 2003. Le metriche utilizzate vengono ricalcolate ogni anno, in modo che di anno in anno condividano un data set e lo stesso metodo di contabilità.
Lo scopo fondamentale di questo progetto è espresso dal claim: #movethedate. L’idea che l’organizzazione cerca di trasmettere è che il trend in corso non deve necessariamente proseguire, ma può essere invertito, un passo alla volta. Gli ambiti in cui è necessario agire secondo la Global Footprint Network: il pianeta, ovvero la preservazione della natura, le città, cioè come le costruiamo e gestiamo, l’energia, da quali fonti attingiamo, il cibo, ossia come ci alimentiamo e la popolazione, cioè quante persone ci sono sul Pianeta.
Cosa fa P&G per evitare lo spreco di risorse
P&G punta molto sulla sostenibilità ambientale attraverso progetti ambiziosi e al tempo stesso concreti. L’azienda si sta concentrando sullo sviluppo di innovazioni e di prodotti che offrano qualità e al tempo stesso non impattino in maniera negativa sull’ambiente.
Sul fronte delle emissioni, a settembre 2021 P&G ha fissato un obiettivo: raggiungere zero emissioni nette di gas serra in tutte le attività produttive e nella catena di fornitura entro il 2040. Inoltre, ha condiviso un Piano di Transizione climatica, che delinea gli sforzi a livello globale per accelerare l’azione sul clima.
Un altro ambito nel quale P&G sta agendo concretamente è la preservazione dell’acqua. Nel 2020 è stata avviata una partnership con il programma Business for Water Stewardship (BWS) della Bonneville Environmental Foundation (BEF) che finanzia sei progetti nei bacini fluviali del Sacramento e dell’American in California; il fine è quello di avere un impatto positivo a lungo termine sugli ecosistemi d’acqua dolce e sull’approvvigionamento idrico di comunità e imprese. Inoltre, P&G ha aumentato l'efficienza idrica nelle proprie attività del 25% per unità di produzione e ha fornito 3,1 miliardi di litri di acqua da fonti circolari.
Un occhio di riguardo è volto anche alla preservazione delle foreste, con l’utilizzo di pasta di legno certificata al 100% da Family Care e con l’utilizzo responsabile di oli di palma certificati RSPO 100%.
Al fine di generare meno rifiuti e ridurre l’inquinamento, P&G presta attenzione anche al packaging dei suoi prodotti. Nel 2021, il 73% degli imballaggi era riciclabile o riutilizzabile; l’obiettivo è arrivare al 100%.
A tutto ciò si affianca l’obiettivo del risparmio energetico attraverso il maggiore utilizzo di fonti rinnovabili. Già da ottobre 2019, in Europa, Stati Uniti e Canada (che rappresentano più del 70% del fabbisogno di energia elettrica) il 100% dell'elettricità acquistata proviene da fonti rinnovabili.