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16/10/2025

Quando le generazioni si incontrano: dialogo tra esperienza e innovazione

Nel Sito Produttivo di P&G Italia a Pomezia, dove quotidianamente prende vita il Dash liquido, uno dei brand più iconici di P&G, lavorano Claudio e Alessandra. Due generazioni, due percorsi professionali agli antipodi per durata ma sorprendentemente allineati per visione e passione. Claudio è DC Planning Leader con quasi quarant'anni di esperienza in azienda, Alessandra è ingegnere di processo e start-up leader, arrivata in P&G nel 2024. Insieme raccontano cosa significa far dialogare esperienza e innovazione nel cuore della produzione.

Intervista ad Alessandra e Claudio, dipendenti P&G dello stabilimento di Pomezia, sulla collaborazione tra generazioni diverse.

Claudio, quasi quarant'anni in P&G: cosa rappresenta questo percorso per te?

Dash rappresenta la mia vita, a tutti gli effetti. Grazie a questo lavoro ho potuto costruire tutto ciò che ho: una famiglia, una stabilità, una soddisfazione personale che parte veramente dal nulla. Quando sono entrato, il 17 settembre 1987, c'erano ancora i fustini rotondi delle polveri. Ho visto nascere i formati rettangolari, l'esplosione del formato liquido, e ora le Pods. Sono letteralmente cresciuto insieme al prodotto.

Alessandra, sei arrivata da poco. Cosa rappresenta Dash per te?

Per me Dash è contemporaneamente tradizione e innovazione. Sono cresciuta con mia nonna, che aveva sempre montagne di panni da lavare ogni giorno. La cosa bella è che lei è ancora entusiasta di provare tutti i nuovi prodotti che escono. È proprio questo doppio binario tra storia e futuro che trovo affascinante.

Claudio, in questi decenni hai visto cambiamenti radicali. Quale ti ha colpito di più?

L'innovazione tecnologica, senza dubbio. Nel passato gestivamo le macchine con i fax. I fax! L'autista si prenotava tramite citofono, dovevamo controllare manualmente ogni targa. Oggi tutto avviene tramite sistemi informatici integrati. L'informazione viaggia a una velocità enorme e questo ci permette di fare passi avanti enormi in tempi brevissimi. La digitalizzazione ha rivoluzionato il nostro modo di lavorare.

Alessandra, anche se sei qui da poco più di un anno, quali cambiamenti hai già notato?

Tantissimi, soprattutto legati alle nuove iniziative come il PPWR (Packaging and Packaging Waste Regulation). La cosa bella è che ogni giorno si respira questa voglia di innovazione e digitalizzazione. È una costante dell'azienda, non un evento sporadico.

Parlando di innovazione, quale strumento vi aiuta maggiormente nel lavoro quotidiano?

Alessandra: I Power BI, anche se le persone con più esperienza li "odiano" un po' - ha confessato sorridendo e guardando Claudio. È uno strumento che tiene traccia dei nostri risultati in tempo reale, ci permette di vedere immediatamente tutto quello che accade. È trasparenza totale.

Claudio: Non li odio, dai! Ma capisco perché per chi è abituato ad altri sistemi possano sembrare invadenti. Per me la vera rivoluzione resta il passaggio alla digitalizzazione completa dei processi. Quello che prima richiedeva ore, ora avviene in minuti.

Claudio, cosa ti ha insegnato la generazione di Alessandra?

L'energia. Quando sono arrivato io c'erano persone con voglia di fare, certo, ma oggi c'è un'energia diversa, quasi palpabile, che si tocca. I giovani hanno uno sguardo nuovo, più genuino, meno condizionato dal sistema. E questa voglia di imparare che dimostrano spinge anche noi a scoprire nuovi orizzonti, a non dare nulla per scontato.

Alessandra, e tu cosa hai imparato dalla generazione di Claudio?

L'infinita esperienza e la mentalità vincente. Avendo vissuto tante sfide, sanno aiutarci ogni volta che si presenta un problema. L'esperienza sommata alla mentalità vincente, più l'innovazione che portiamo noi, crea secondo me una combinazione super vincente.

Cosa vi aiuta ad affrontare il lavoro quotidiano?

Claudio: La visione. Pensare sempre che quello che faccio oggi posso farlo meglio domani. È questo che mi muove ogni mattina.

Alessandra: Mi riallaccio a Claudio: la mentalità vincente. C'è sempre la voglia di fare meglio, di costruire sui propri sbagli. E questo è il frutto del lavoro di squadra, non dell'individuo.

Che consiglio dareste a un giovane che desidera lavorare in P&G?

Claudio: Di non fermarsi mai su quello che trova al momento, di pensare sempre in grande. Per me non esiste il limite. Può darsi che tu non arrivi a certi risultati, ma devi pensarli, perché il 99% delle volte un risultato lo puoi raggiungere. I giovani devono crederci e devono avere la visione.

Alessandra: Essere estremamente curiosi. Ogni giorno devi avere voglia di imparare, ma soprattutto di scoprire. Non si impara in modo asettico: bisogna avere voglia di assorbire tutte le informazioni che le persone intorno a te possono darti, a prescindere dal ruolo che ricoprono.

Un ultimo aneddoto: un momento in cui l'interazione tra generazioni vi ha regalato qualcosa di speciale?

Claudio: Non c'è un esempio specifico, ma vedo quotidianamente come la voglia di imparare dei giovani ci spinga a vedere le cose con occhi nuovi. Un giovane guarda il sistema con uno sguardo più fresco rispetto a chi ci sta da anni, e questo ci rimette in discussione nel modo migliore possibile.

Alessandra: Per me è qualcosa di più personale. Mi sono trasferita qui, il Lazio non è la mia regione, e non conoscevo nessuno. La cosa che mi ha stupito è aver trovato praticamente una seconda famiglia. Persone che erano come i miei genitori, un support model che non puoi trovare da nessuna parte. Mi è capitato più volte di chiamare per chiedere aiuto anche per dinamiche esterne dal lavoro, e sono sempre stata supportata. È questo che rende speciale lavorare qui: le persone ci tengono davvero.