Placeholder

04/12/2025

Cos’è il congedo parentale e chi ne ha diritto con le nuove istruzioni 2025 e 2026

Il congedo parentale è il diritto a 10 mesi di astensione dal lavoro per dedicarsi alla cura dei figli nei loro primi anni di vita. Può essere richiesto sia dalla madre sia dal padre e se ne può fruire entro i 12 anni di vita del bambino o, secondo la nuova legge di bilancio 2026, entro i 14.

L’art.32 del Decreto Legislativo 26 marzo 2001 n° 151 attesta che ogni genitore che lavori come dipendente può usufruire di un totale di 6 mesi, anche frazionabili, nei primi 12 anni di vita del figlio. In ogni caso, sommando i periodi di astensione dal lavoro dei due genitori, non possono essere superati i 10 mesi totali.

Chi può chiedere il congedo parentale?

Il congedo parentale spetta a qualsiasi genitore ne faccia richiesta, purché sia un lavoratore dipendente. Se dovesse cessare il rapporto di lavoro, con esso si concluderebbe anche il congedo.

Anche nel caso dell’adozione o dell’affido è possibile richiedere il congedo parentale, qualunque sia l’età del minore: esso può essere fruito nelle stesse modalità per 12 anni a partire dall’ingresso del bambino in famiglia, ma non oltre la sua maggiore età.

In caso di parto, adozione o affidamento di più di un bambino, il diritto al congedo parentale si applica con le stesse condizioni per ciascun figlio.

Dal 2015, infine, è prevista la possibilità per il lavoratore di chiedere (una sola volta) la trasformazione del contratto a tempo pieno in contratto part-time in sostituzione del congedo parentale.

Congedo parentale per la madre o per il padre: quali sono le differenze?

Se a richiedere il congedo parentale è la madre, questo consiste in un periodo di 6 mesi, continuativi oppure frazionati, aggiuntivi rispetto al periodo di astensione obbligatoria della maternità. Se la madre è l’unico genitore a chiedere il congedo, questo si estende fino a 10 mesi.

Se la richiesta giunge dal padre, questo ne ha diritto a partire dalla nascita del figlio per un periodo di 6 mesi continuativo o frazionato. Nel caso in cui il padre scelga di astenersi dal lavoro per un periodo, continuativo come no, di almeno 3 mesi, automaticamente il limite si estende fino a 7 mesi. In questo caso, i mesi totali di congedo parentale suddivisi nella coppia possono arrivare a 11.

Congedo parentale 2025: quali sono le regole?

La vera novità del 2025 riguarda l'indennità economica riconosciuta durante il congedo. Nel 2025, il congedo parentale è indennizzabile così: i primi tre mesi all'80% della retribuzione, come chiarito dall'INPS nella circolare n. 95 del 26 maggio 2025. Questi tre mesi all'80% rappresentano il massimo indennizzabile a questa percentuale per ogni coppia genitoriale e devono essere utilizzati entro i primi sei anni di vita del bambino. I restanti sei mesi sono indennizzati al 30% della retribuzione, indipendentemente dalla situazione reddituale. Gli ultimi due mesi del totale disponibile non sono retribuiti, salvo particolari condizioni di reddito previste dalla legge.

Novità per il 2026: fino a che età dei figli potrà essere usato il congedo?

Dal primo gennaio 2026, secondo quanto previsto dalla legge di Bilancio ancora in discussione, il periodo di fruizione del congedo parentale si estenderà dai 12 ai 14 anni di età del figlio, applicandosi a tutte le forme di congedo previste dalla normativa, inclusi i casi di disabilità.

Dal 2026 arriverà un'importante estensione anche per i congedi legati alla malattia dei figli: i genitori potranno assentarsi per un massimo di 10 giornate lavorative all'anno per ogni figlio di età compresa tra i 3 e i 14 anni, raddoppiando i giorni attualmente disponibili.

Come presentare la domanda di congedo genitoriale

Le domande devono essere presentate esclusivamente in modalità telematica attraverso il portale INPS utilizzando SPID, CIE o CNS, oppure tramite il Contact center multicanale o gli istituti di patronato. L'INPS ha inoltre attivato un servizio di "Contatore congedo parentale" che permette ai genitori di verificare facilmente i periodi già utilizzati o indennizzati, facilitando la pianificazione.

La parità di genere e la policy ShareTheCare in P&G

P&G sostiene fermamente la parità di genere, per questo si impegna a promuoverla sfruttando la propria voce con comunicazioni e inserzioni pubblicitarie che spezzino gli stereotipi, attraverso programmi specifici portati avanti sulle marche del gruppo e creando un ambiente inclusivo e rispettoso per i dipendenti dell’azienda.

In quest’ottica si pone la policy #ShareTheCare per il congedo parentale: P&G crede che la cura della casa e della famiglia non riguardino un genere specifico, per questo offre pari opportunità a tutti i genitori, biologici e non, di dividere equamente la responsabilità dei figli.

Questo comporta una serie di benefici per i dipendenti, le loro famiglie e l’azienda stessa: facilita un legame più forte fra genitori e figlio, qualsiasi sia il genere del primo, e consolida relazioni di coppia più stabili e funzionali, anche grazie a una riduzione dei conflitti nati dalla suddivisione delle faccende domestiche. Dare la possibilità ad entrambi i genitori di dedicare più tempo alla famiglia migliora la salute fisica ed emotiva di tutti i membri della stessa. Inoltre, una politica aziendale che non fa distinzioni di genere nella cura dei figli e della casa crea una maggiore consapevolezza fra tutti i dipendenti e un’accresciuta uguaglianza che si estende ad ogni ambito, nonché un clima lavorativo sereno e inclusivo.

“La mia percezione dei ruoli di genere è cambiata e ho portato questo mio nuovo punto di vista sul posto di lavoro” racconta Paolo, uno degli impiegati di P&G che ha goduto del congedo parentale per prendersi cura della sua famiglia.

Come funziona il congedo parentale in P&G

Dal 2019 P&G offre ai padri un congedo parentale di 8 settimane retribuito al 100% dall’azienda. Questa è un’opportunità per i neo-papà di dedicarsi alla cura dei figli, condividendo con le mamme le responsabilità legate ai primi mesi di vita e ribilanciando i ruoli all’interno delle famiglie e nella società. La misura prevede un congedo della durata di 8 settimane consecutive da richiedersi nei primi 18 mesi dalla nascita o dall’adozione del bambino, contemporaneamente al congedo parentale previso dall’Inps e dopo i giorni di congedo obbligatorio per legge. Questa misura è valida anche nei casi in cui l’Inps non eroghi prestazioni, come ad esempio per coppie dello stesso sesso o madri che hanno già fruito del periodo retribuito dall’INPS al 30%.

Anche nel momento del rientro in ufficio, P&G ha previsto una forma di supporto con il programma "moms@work", che attraverso consulenza e formazione sulla gestione della genitorialità al lavoro, mira al reinserimento professionale dopo il congedo. Esistono anche diversi workshop dedicati ai dipendenti con figli piccoli o adolescenti oppure con genitori anziani, per aiutarli ad affrontare un momento della vita complesso parallelamente alla realtà lavorativa.